Dopo il sì del Senato serve il rapido varo della legge. Caporalato, la Camera chiuda un'era amara
Caro direttore, l’approvazione al Senato del ddl contro il caporalato è un grande passo avanti verso un traguardo di civiltà atteso da anni, un risultato importante che ora richiede la massima compattezza politica e istituzionale per una rapida approvazione definitiva. Nel merito, il provvedimento introduce innovazioni richieste unitariamente dal sindacato di categoria. Modifica e inasprisce pene e sanzioni, introducendo circostanze attenuanti per chi collabora con le autorità. Nelle fattispecie di reato rientra, fra l’altro, la corresponsione reiterata di retribuzioni difformi dai contratti. Prevista inoltre la confisca obbligatoria dei beni, con responsabilità estesa al datore di lavoro. Si rafforza poi la rete del lavoro agricolo di qualità, che viene articolata in sezioni territoriali e si allarga agli sportelli unici per l’immigrazione, alle istituzioni locali, ai centri per l’impiego e agli enti bilaterali.Il disco verde a Palazzo Madama premia una mobilitazione unitaria del sindacato agricolo sfociata a giugno nella grande manifestazione nazionale che ha visto sfilare a Bari oltre 15 mila lavoratori e nel più recente presidio a Roma. Fondamentali sono stati gli appelli ai capigruppo di Palazzo Madama affinché tutto l’arco politico rispondesse con la massima unità a una chiamata che non ammette distinzioni di partito. Il risultato è oggi sotto gli occhi di tutti: nessun voto contrario, 190 sì e solo 32 astenuti.Un formidabile segnale di coesione, che ora vogliamo vedere anche alla Camera dei deputati. Dove, alla ripresa dei lavori parlamentari, occorre garantire un passaggio rapido e senza sorprese. Per accelerare il più possibile il procedimento parlamentare, la Fai Cisl, insieme alle altre Federazioni di categoria, ha chiesto e ottenuto il 13 settembre un incontro con la presidente della Camera, Laura Boldrini. Sarà occasione per chiedere alla terza carica dello Stato e ai capigruppo di Montecitorio il massimo sforzo per un via libera celere e sgombro da nuovi emendamenti.Ogni modifica costringerebbe infatti il provvedimento a un’ulteriore lettura in Senato, allungando i tempi. Un lusso che non possiamo più permetterci. Siamo finalmente a un punto di svolta nella direzione di un contrasto partecipato a una piaga storica e sedimentata. Un cancro che coinvolge, al Nord come al Sud, centinaia di migliaia di lavoratori a cui è sottratta sicurezza e dignità.
La Fai esprime grande soddisfazione per questo primo atto di giustizia compiuto nei loro confronti. Ora però non bisogna fare passi falsi. Mettiamo in guardia dal rischio di blitz emendativi che rimetterebbero troppi elementi in discussione. Serve unità d’intenti e la consapevolezza che una sola virgola aggiunta o tolta aprirebbe a scenari incerti. Sotto questo profilo lasciano ben sperare le recenti parole della presidente della Camera sulla necessità di non restare inermi di fronte a questa vergognosa piaga. Monito che facciamo integralmente nostro e che, in questo 'ultimo miglio', deve garantire la necessarie unità e condivisione politica.*Segretario generale Fai Cisl